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FUORI NIGUARDA 24/25 STAGIONE 2024/25
06 maggio 2025 - 11 maggio 2025

Ausmerzen

6 - 11 mag. Teatro Elfo Puccini

asumerzen

Vite indegne di essere vissute

di Marco Paolini, Mario Paolini, Michela Signori, Giovanni De Martis
adattamento, regia, scena e costumi Renato Sarti
con Barbara Apuzzo e Renato Sarti
produzione Teatro della Cooperativa

 

Ausmerzen. Viene da “aus merz”, da marzo. Ha un suono gentile, di terra. È una parola di pastori, indica qualcosa che va fatto in quel tempo. A marzo le pecore e gli agnelli, che nella transumanza rallentano la marcia, vanno soppressi. I dottori dell’eugenetica alla fine della Belle Époque prendono due strade per migliorare il mondo: per gli inglesi si trattava di “to eradicate illness”, sradicare la malattia. Per i tedeschi si trattava di “ausmerzen”: sopprimere i deboli. Sapete come è finita, no? 

Molti anni fa, a metà degli anni Novanta, mentre stavo preparando uno spettacolo sul lager della Risiera di San Sabba a Trieste, venni a conoscenza dell’Aktion Te Vier, l’Azione Ti Quattro, il primo sterminio di massa nazista: l’eliminazione di settantamila tedeschi fra malati mentali, portatori di handicap, disabili e bambini affetti da malformazioni.Perché ne venni a conoscenza? Perché la stessa manovalanza, gli stessi squadroni di macellai della T4, che per la prima volta sperimentavano e facevano uso di tecniche, che poi si sarebbero rivelate fondamentali per la Soluzione Finale, dopo aver sterminato circa due milioni di ebrei polacchi a Belzec, a Sobibor e a Treblinka, furono mandati a Trieste per gestire la Risiera.

Quando vidi Ausmerzen di Marco Paolini, che parlava di tutto quello che aveva determinato, preceduto e seguito la T4, rimasi colpito profondamente. Un autentico pugno allo stomaco.

Paolini, con profonda sapienza teatrale, fa comprendere in maniera limpida e cristallina come una nuova scienza, chiamata allora eugenetica, che perseguiva l’igiene razziale, con la sterilizzazione prima e l’eliminazione fisica dopo, fu uno degli elementi che favorirono la nascita del nazismo e non il contrario. Il razzismo esisteva da sempre, ma alla fine dell’Ottocento trovava una conferma razionale in una scienza (o pseudo tale) e diventava eugenetica di stato, a tutela della “parte buona” della popolazione. E i medici tedeschi, che vi aderirono in modo rilevante, non dovevano più curare ma “difendere i geni sani” ed espellere i “deboli” e i “contaminatori della razza”.

Troppo semplicistico limitarsi a dividere il mondo fra le povere vittime (ballasexistenzen, esistenze zavorra) e i carnefici cattivi (i nazisti). Sono più complesse e inquietanti la genesi del delirio della pura razza ariana e le conseguenze che ne derivarono. Conseguenze pesanti, perché con quelle idee, che hanno attecchito in profondità, che si sono incarnate e che non sono così facili da estirpare, ci ritroviamo a fare i conti ancora oggi molto, ma molto più di quanto si pensi o si possa immaginare.

Ho chiesto a Marco Paolini se avrebbe potuto portare Ausmerzen da noi. Quando l’ho chiamato, dopo avermi comunicato che i suoi impegni glielo impedivano, mi ha proposto: “Perché non lo fai tu?”. Un’idea che ho subito accettato, perché mi è sembrata davvero un’ottima occasione per cimentarmi con uno dei suoi lavori più interessanti e profondi e per aggiungere un ulteriore tassello al mio percorso teatrale di ricerca, di studio e di approfondimento sui temi legati alla grande Storia del secolo passato e soprattutto alla Seconda Guerra Mondiale.

Al mio fianco sul palco ci sarà Barbara Apuzzo, attrice disabile, un’amica che ha frequentato il nostro teatro fin dagli inizi e che con la sua voce, il suo corpo e la sua presenza fisica renderà ancor più chiaro il messaggio di Ausmerzen.

Renato Sarti

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